Il Comune Teramano di Francesco Savini
Parto IV - II comune teramano ncll' evo moderno.
delle leggi, le quali ora, più che alle condizioni morali e civili del medesimo, rispondono alle idee preconcette degli attuali governanti, che cosi ci appaiono più dottrinarii che pratici legislatori.
17. Vero si è che un cotale, sebbene per le cause suddette non duraturo, risvegliamento dello spirito pubblico, certo al momento non fazioso né personale, debbe notarsi in Teramo al primo esperimento della nuova legge comunale seguito fra noi ai io di novembre del 1889. Allora il popolo, sentita in sé la coscienza della novella forza concessagli, o meglio, restituitagli dalla legge di quell'anno, materia dtl nostro capitolo dall'organismo (cap. xxx, § 8), volle rompere il campo chiuso che, mercé lo scarso numero de' precedenti elettori inscritti e quello «ancor più esile dei votanti, erano divenuti il consiglio e 1.1 giunta del teramano comune, dando un gran crollo alla vecchia compagine e scegliendo invece, per dirla alla moderna, elementi nuovi quasi diremmo col mandato di rifare tutto a nuovo. Tal voto, giusto o no, non è qui il luogo di giudicare, non fu compito ed il popolo malcontento, prima balenò e foce qualche levata di scudi; ma poscia si astenne e, seguendo il classico esempio di Roma antica, si ritrasse sul monte sacro. Se non che sullo svolgimento di questi ultimi fatti, sia perché oltrepassano il termine fissato alla nostra storia, e sia perché di essi chi scrive può dire: quorum pars magna fui, non ci possiamo fermare di vantaggio. Ci terremo paghi soltanto a ripetere al lettore il grande ammaestramento storico che rampolla spontaneo da questi eventi e che abbiamo esposto alla fine del precedente paragrafo.
18. Ma prima di chiudere il capitolo, un po' scabroso per la troppa freschezza degli avvenimenti, nella cui narrazione per altro ci siamo sforzati di riuscire storici imparziali e sereni, per quanto contemporanei, crediamo qui utile di dar conto delle varie modificazioni che subì la circoscrizione del nostro territorio comunale in quest' ultimo periodo si fecondo di eventi e in ispecie di quelli di natura territoriale. Cotesti mutamenti incominciarono fra noi con l'invasione francese del re Giuseppe Bonaparte nel 1806 e si compirono durante il successivo regno di Gioacchino Murat nel 1813. In quest'epoca quello che prima di quell'invasione era, ed è oggi, un solo comune, restò diviso in due: Teramo e Miano. Teramo nel detto anno 1813, come scrive il Palma (i), antica città regia, ebbe a sé riunita Forcella (già dello stato allodiale di Atri, appartenuto agli Acquaviva fino all'estinzione del costoro ramo
(i) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 282.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (488/635)
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