Il Comune Teramano di Francesco Savini
Cap. XXIX - Sue condizioni nel periodo delle riforme comunali (1770-1889). 475
vecchia arte. Un' arte moderna è quella de' conciatori di cuoi, giacché pel passato non se n' ha memoria, né noi abbiamo saputo raccorne a prò dei precedenti periodi. Di vero negli statuti teramani del 1440, che pur trattano d'ogni arte e d'ogni mestiere, quando si parla del conciar delle pelli, sembra si attribuisca quest'opera ai calzolai. Quivi (i) difatti si legge: «calzolari! volentes conciare seu conce ciantes coria boburn vel aliorum animalium prò sojis in conci-te mine lentesci non possint ipsa coria mietere ad curamen etc. ». Dunque non esistevano allora fra noi concerìe propriamente dette e né pare vi sieno fiorite fino a questi tempi. Invece nel principio del presente secolo il Palma (2) ci narra che il governo centrale premiò nel 1819 con medaglia la fabbrica de' cuoi dei signori de Fabritiis, nel 1828 il signor Niccola Bonolis pel. miglioramento delle suole e delle vacchette e de' marocchini. Siffatte fabbriche non esistono più oggi ; però ne sono sorte altre (3).
Anche un'officina di cremor di tartaro, prima Comi e poi Gaspari, ebbe breve vita in Teraino nella prima metà di questo secolo. Qui cade in acconcio riaccennare alla società patriottica del 1788, mentovata al paragrafo delle condizioni intellettuali (§ 3), giacché essa aveva per iscopo il promuovere l'agricoltura ed il commercio. Anche alla parte economica della narrazione si appartiene il far cenno del monte de' pegni tuttora vigente, fondato in Te-ramo nel 1833 con la somma capitale di seimila ducati, pari a lire 25,500, come scrive il Palma (4), e sotto la dipendenza del consiglio generale degli ospizii, che valeva allora l'odierna congregazione di carità (5).
6. Dallo stato materiale saliamo ora a quello etico, ossia degli usi e costumi. Pel presente periodo la messe è scarsa; giacché per la prima parte di esso, cioè sino al principio di questo secolo,
ai seguenti : fratelli Grossi, Niccola Biondi, Panfilo Marcangeli, Achille Grossi e Donato Migliorati.
(1) Statuti del comune di Teramo del 1440, Firenze, Barbèra, 1889, lib. IV, rubrica 125.
(2) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 296.
(3) In questo anno di grazia 1894 si contano in Teramo le seguenti quattro concerìe: fratelli Cameli, Carmine Galterio, Alessandro Mancini e Pietro Pace.
(4) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 314.
(5) Noi qui discorriamo, com' è proprio del nostro scritto, delle condizioni economiche soltanto in modo generale, e, a dir cosi, collettivo. Chi poi sia vago di più ampie e minute notizie sulle industrie locali, consulti le opere apposite e, fra queste, la più recente del signor PASQUALE VENTILI:, L'industria nella provincia di Teramo, Teramo, Fabbri, 1894.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (497/635)
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