Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      4'2 Parte IV - II comune teramano nell' évo moderno.
      col permesso del vescovo, abbattuta la chiesetta fuori porta S.Giorgio di S. Maria degli Angeli ed in compenso il comune restaurò la chiesa di S. Matteo chiusa fin dall' abolizione del monastero delle benedettine seguita sotto il regno di Gioacchino Murat (i). Ciò si fece per allargare ed abbellire l'interna ed esterna strada di S. Giorgio. Nel 1839, pure a spese del comune, fu eretto il cimitero; ma di questo abbiamo già detto nel paragrafo delle condizioni igieniche (§ 7).
      Anche gli edifica privati crebbero e migliorarono in questo tratto di tempo e 1* Irelli (2) gli annovera nel seguente ordine : Savini, Cerulli, Moschioni, Porta, Sbraccia, Muzii, Trippoti, Mar-cozzi, Cerconi, Ciotti, Ponno, Irelli, Ferrajoli, Gaspari ed altri molti ancora.
      Per le mura e le porte lo storico si sbriga subito, giacché il piccone demolitore le ha quasi tutte agguagliate al suolo; solo presso porta Madonna si scorgono un avanzo sbocconcellato delle mura e un resto di bastione, ultimi testimoni delle lotte e delle difese del medio évo. Frattanto, opere moderne, sorgono l'incompiuta porta Madonna o Reale (3) e le colonne sull' area dell' antica porta S. Giorgio, che starebbero certo meglio ad ornare 1* ingresso di un giardino anziché quello d'una città.
      Di ponti poi Teramo, per la sua postura fra due fiumi, dondeil suo classico nome d'Ittteramnia, ebbe sempre un.buon numero.
      Noi difatti abbiamo visto quei grandi e quei piccoli ch'essa man-
      ! teneva nei secoli xiv e xv (cap. xiv, § 4 e cap. xvai, § 7 /).
      , Essi però in gran parte caddero né più si rialzarono ; in vece loro
      1 sorgono vicino le porte Romana e Reale due grandiosi ponti; il
      1 secondo, opera maestosa e solidissima ad 11 archi del nominatoCarlo Forti, fu cominciato nel 1832 (4) e finito nel 1847.
      In quanto alle vie ed ai portici, diremo che mentre le prime ci apparvero nel medio évo per la da noi addotta testimonianza del Campano (cap. xvm, § 7 V) lastricate a pietre ed a mattoni, per l'appresso non abbiamo memoria del loro lastricamento. Però gli avanzi, ancora visibili in qualche viottolo della città, di ammattonati a spinapesce, l'opus spicatum de' Romani, ci ammoniscono che tale sia stata la foggia preferita dei nostri antenati. Crediamo
      (1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 305.
      (2) IRELLI, opusc. cit., p. 5.
      (}) IRELLI, opusc. cit., p. io, ove si dice che la volle eretta nel 1840 l'intendente della provincia marchese Statella di Spaccaforno. (4) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 305.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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