Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXIX - Sue condizioni nel periodo delle riforme comunali (1770-1889). 4' 5
      che più recente sta l'acciottolato con le piccole pietre de' nostri fiumi, che si scorge in tante nostre vie secondarie. Di tal natura dovette essere il selciato proposto nel 1787, essendo sindaco Fer-dinando Savini, dal barone Alessio Tullii, giacché, a memoria dei più vecchi, noi sappiamo che prima del lastricamento a più grosse pietre spezzate e spianate tuttora visibile nella parte del corso verso porta Madonna e in parecchie altre strade principali, era tutto il corso acciottolato. E, sebbene negli atti comunali del suddetto anno 1787, citati dal Palma (i), si legga « che la strada si ammattonasse », noi intendiamo tale parola in senso traslato e derivata dalP uso antico e già costante di lastricare le vie cittadine a mattoni. Pure a piccoli ciottoli, riquadrati al solito da file di mattoni in coltello, fu, a detta dell' Irelli (2), selciata la via di porta Romana nel 1823; poco prima, nel 1817, fu allargato e raddrizzato lo storico trivio tra le case Urbani e Savini, restando abbattute le ultime tracce dell'antica porta interna di S. Francesco (3). Sebbene ali' esterno, ma sempre aderente alle antiche mura della città, debbesi qui mentovare la strada, tutta rotabile ed ultimamente anche alberata, di circonvallazione, che, incominciata nel 1840, fu, tra molte spese e difficoltà, mandata a termine nel 1859 (4). Non dee neppur sotto silenzio passarsi il bellissimo e largo viale, che fuori porta S. Giorgio, serve alla più frequentata ed amena passeggiata della città ed ebbe principio nel 1826.
      Appartengono altresì al comodo e ali' ornamento delle strade l'abbattimento dei rozzi e indecenti portici e 1' erezione di nuovi e belli. Così furono distrutti nel corso di S. Giorgio quelli addossati alle %case Cichetti, Thaulero e S chips. Ne dette l'esempio generoso l'illustre Melchiorre Delfico, comprò le suddette case Cichetti e ne fece a sue spese abbattere i deformi portici (5). Gli altri due proprietarii furono bensì obbligati a demolire i loro, ma vollero essere pagati (6) con l'allora vistosa somma di ducati 950 (7) pari a lire 4037.50. Più tardi furono tolti nel corso di porta Madonna i non meno brutti portici delle case Cesii, della Cananea e Morganti, ma vi restano ancora quelli'della casa Bonolis; come
      (1) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 236.
      (2) IRELLI, opusc. cit., p. 6.
      (3) IRELLI, opusc. cit, p. 5.
      (4) IRELLI, opusc. cit., p. io.
      (5) PALMA, op. cit., voi. Ili, p. 300.
      (6) IRELLI, opusc. cit., p. 5.
      (7) PALMA, Comp. dMa st. di Tirarne, p. 326.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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