Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      Cap. XXX - Suo organismo nel periodo delle riforme comunali (1770-1889). JOJro. Arrivati a questo estremo punto del nostro lavoro, e compiuta, cou l'analisi del più recente organismo del comune teramano, l'esposizione della sua vita organica nelle diverse epoche della storia, sorge naturale in noi, e certo anche in chi legge, il desiderio di dare uno sguardo a tutte le diverse compagini che nella serie dei secoli hanno stretto la nostra vita comunale, comparandole insieme tra loro. Se non che ciò, obbligandoci a risalire sino ai primi vagiti della medesima, ci menerebbe a qui instituire un largo e compiuto confronto fra i suddetti varii organismi e quindi ad un' opera troppo lunga, la quale a chi legge ed a noi, giunti alla fine, deve apparire soverchia insieme ed inopportuna. In ogni modo crediamo utile darne un saggio, restringendoci alle maggiori epoche della storia nostra: il medio évo, il moderno ed il novissimo (da noi in questo scritto compreso nel moderno) e valendoci, onde più sicuro riesca il nostro esame, delle superstiti leggi scritte e già da noi esaminate. Tanto basterà all'uopo nostro. E di vero : siccome l'analisi degli statuti del 1440, largamente per noi fatta in due speciali capitoli (xix e xx), ci ha fornito un' idea piena degli organi e delle giurisdizioni della città nostra nel medio évo, e quella dei registri cotnunitativi della metà del secolo xvi, data in un altro capitolo (xxvn), ci ha prodotto lo stesso risultato per l'evo moderno, cosi pure il ragguaglio or finito dei borghesi regolamenti di questi ultimi anni ci porge il complemento a tutto siffatto quadro. E in sirnil guisa questo qui e' inspirerebbe que' confronti ampli che abbiamo detto essere fuor di luogo. Ma teniamci paghi a qualche cenno di confronto e a toccar qualche punto di contatto, dei tanti che ci appaiono, tra le vecchie e le nuove leggi. Curiosa sarebbe, ad esempio, la nota sull' inosservanza di certe moderne prescrizioni intorno l'igiene e l'edilità, per la ragione assai semplice che i nostri costumi non si sono abbastanza ringentiliti perché vi si adattino certe finezze di regolamenti, come appunto, e molto meno anzi, si adattavano le nostre consuetudini medioevali alle leggi sanitarie e di ordine contenute negli statuti del 1440. E difatti noi notammo altrove (i) l'inadempimento di siffatte provvisioni a proposito di certe feste popolari fra noi in uso nel quattrocento e nel secolo successivo. Cosi pure son da notarsi altri punti di contatto fra i suddetti statuti e i regolamenti di questi ultimi anni : tale ad esempio ci appare il regolamento di polizia rurale del 1871, già
      (i) FR. SA VINI, Stud. sugli Stai, teramani del 1440, Firenze, Barbèra, 1889, a p. 87.


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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C.
1895 pagine 612

   

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