Il Comune Teramano di Francesco Savini
JO4 Parte IV - H comune teramano nell1 évo moderno.
analizzato (§ 9 e), paragonato al libro V degli statuti del 1440, intitolato de dampnis datis, ossia de' danni campestri, e di cui pure abbiamo discorso (cap. xx, § 9). Utilissimi confronti potrebbero pur farsi su cene prescrizioni minute dell'evo medio, del moderno e del novissimo, quali sulla vendita delle carni, sulla concia delle pelli, sull' ingombro del suolo pubblico e via dicendo, che qui ci menerebbero troppo in lungo e che invece riusciranno assai agevoli a chi ne abbia vaghezza e voglia sol rifarsi un po' su quei brevi sunti e studii che noi già esponemmo ai luoghi convenienti (i). Gli uomini son dunque sempre gli stessi e son quindi inutili quelle leggi che non rampollano dai migliorati costumi ! E intanto ci sia qui lecito prorompere nella grande massima:
Quid leges sine moribus Vanae proficiunt? (2)
Giunti cosi dunque alla fine del nostro lavoro, ci parrebbe pur qui opportuno di riassumerlo, a mo' di conclusione, in un breve e compito quadro; ma avendo noi ciò già fatto nella prefazione, ad essa richiamiamo il lettore, che ne sia vago, prendendo insieme da lui, ormai stanco, l'ultimo commiato.
(1) Cf. pel medio évo i nostri capitoli zix e xx, pel moderno il capitolo xxvii e pel novissimo questo cap. xxx.
(2) HORAT. Od., lib. Ili, 18.
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Il Comune Teramano
nella sua vita intima e pubblica
di Francesco Savini
Forzani e C. 1895
pagine 612 |
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Pagina (526/635)
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Vanae
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