Il Comune Teramano di Francesco Savini

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      servato Jure confirmandi cui de Jure competit. « Quod Capitulum decretar! « jussimus in hunc modum. Placet Regie Majestati ». XVII. Che la S. M. mande cassare et annullare lo processo formato per la Regia Corte de tumulto, e d' ogni altra cosa in quello intentato contra Jacobo de Buccio de Cicco nostro caudino, remettendo libere in lo Capitano dell' università di Teramo ogni pena e punitione, e gratia che lo detto meritasse. « Quod Capitulum decretar! jussimus in hunc modum. Placet Regie Majestati ». XVIII. Che S. M. se degne continuare, e di novo concedere all'episcopato Aprutino, et Vescovo prefato tutti e singoli Privilegi, immunità, e gratie concesse alio detto Episcopato per li Re e Regine passati, e per la tei. mem. del Re Alfonso, e massime che lo prefato Episcopato, et Episcopo d' esso in causis Civilibus, et Criminalibus et Mixtis habeat merum et mixtum imperium, et gladi! potestatem in li Vassalli, Terre e luoghi d'esso Episcopato et esso Episcopato et Episcopo manutenere nella possessione in la quale al presente sta et è stato al tempo della fel. mem. del Re Alfonso circa le prefate cose, e confirmare tutte le antiquate consuetudini in lo prefato Episcopato, e Luoghi d'esso. « Quod Capitulum decretar! jussimus « in hunc modum. Placet Regie Majestati, si, et prout melius in ipsoram Privilegiorum possessione, vel quasi fuerunt, et sunt ». XIX. Che S. M. se degne cassare, e far cassare tutti e singoli processi intentati per 1! Signor! -della Pecunia contro la Comunità, et altre particolari persone d' essa e del prefato Episcopato per occasione de' dacii, gabelle, cursi d'acqua, et aliorum Regalium, e di ciò far generale remissione. Ut Deus Majestatem suam ad vota felicitet « Quod Capitulum decretar! jussimus in hunc modum. Placet Regie Majestati ». XX. Supplicano li homini, et l'Università della detta Città che S. M. se degne confirmare e de novo concedere e donare tutte le loro gabelle, dacii, diritti, e qualsivoglia altra ragione che hanno tenuto e posseduto per lo tempo passato fino allo dì dell'obito della prefata Serenissima Maestà del Sig. Re Alfonso suo Padre, e che loro possano le dette gabelle, dacii, e ragioni imponere, rescotere e fare esigere, locare, dislocare, vendere, e concedere in quello modo e forma secondo hanno fatto per lo passato. « Quod Capitulum decretar! jussimus in hunc modum. Placet Majestati, prout, et quemadmodum hactenus « dictis gabellis, daciis, et juribus plenius et melius usi sunt, et in ipsarum et « ipsorum possessione seu quasi fuerunt, et in presentiarum existunt ». XXI. Se degne la detta Maestà concedere alla detta Università li proventi che si faranno in Criminalibus per li tempi per ciascun Capitano della detta Città e che pervengano alle mani dell'Erario della detta Città, secondo è stato costumato per lo tempo passato, sino alla morte del Sig. Re Alfonso. « Quod Capitulum decretar! jussimus in hunc modum. Placet Regie Majestati, eatenus q uatenus illos percipere consueverunt, et in ipsorum possessione fuerunt, et sunt de presenti. « Et supplicato Nostre Majestati subinde prò eorumdem Universitatis et hominum parte, ut ipsa preinserta Capitula et omnia contenta in eis confirmare « de Nostri clementia dignaremur; Nos autem etc. ».
      Prosiegue a dir Ferdinando, scrive qui il Palma (i), eh' ei conferma ed approva le soprascritte decretazioni in perpetuo: ed ordina ad Alfonso, principe di Capua, suo successore nel regno, al maestro giustiziere, al gran camerario, al reggente ed ai giudici
      (i) Noi riferiamo qui questo squarcio del Palm» in luogo delle parole originali del diploma, giacche questo attualmente i monco appunto in tal parte, né quindi possiamo riportare esse parole.

Il Comune Teramano nella sua vita intima e pubblica di Francesco Savini Forzani e C. 1895 pagine 612

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