Storia di Torino di Luigi Cibrario
noti;
(1) Per non ripetere citazioni inutilmente, rimanda il lettore alla Storia dei vasi fittili dipinti, del leu, in cui sono raccolte tutte le autorità clic confermano ciò che qui si narra. La migrazione dei Lidi dall'Asia in Italia v negala dal solo Dionigi d\llicarnasso. E negata, perchè Xanto, nativo di Lidia, ed accurato scrittore, 11011 parla di colonie Lidie condotte da un duce chiamato Tirreno in Italia. Bla questo è argomento negativo e perciò debolissimo* Altronde giova osservare che trattasi, non d'una colonia dedotta, ma d'una emigrazione, di data anteriore ad ogni luce di storia; e in fatti così remoti conviene lasciar da parte il pensiero d'assegnar epoche certe, o di trovar nomi d'individui: non badare anzi ai particolari che ci son narrati da scrittori tanto posteriori per attenersi solamente alla sostanza dei l'atti.'V. Dionip. Dalie., lib. i, c. xxvn.In contrario V. Derod.i, c.xcrv; ed
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Erodoto fu tra i Lidi assai tempo, e pigliò le sue notizie da Eforo, storico anteriore a Xanto.E vedi Slrabone lib. xiv, e Giustino e gli altri citati dal Fea.
(5) Pare che la prima e principale fosse Vetulonia. Le altre erano Pisa , Cortona, Arezzo, Agilla, poi delta Cere, Vejo, Volsena, Chiusi., ecc.
(G) Marchi, L'a?s grave del Museo Kireheriano illustrato.
(1) Etruscorum aruspicini, et fulgurales, et rituales libri. Cic., De Divin.y lib. i.Dai Tirreni impararono, al dir d'Ateneo (lib. vi), i Romani l'ordinanza delle battaglie.—Pitagora era nato^ nodrito e ammaestrato in Etruria.—Anfiteatri mai non ebbe la Grecia, ma li avea l'Etruria.— Il ca pitello chiamalo dorico trovasi ne'monumenti etruschi.— Livio dice: anticamente i fanciulli romani sicut nunc Greeis, ita tunc Etruscis litteris erudiri solitos.
(8) Nella serie de'vasi disotterrati nei sepolcri dell'antica Etruria si vede il cominciamento ed il progresso dell'arte. I più antichi mostrano nelle loro figure la rigidità che si vede nelle egizie e nelle indiane; prova d'arie bambina. Ne' meno antichi vanno migliorando le forme finché pervengono ad un grado inarrivabile di bellezza. Anche questa è una prova che i vasi etruschi sono prodotti dell'arte indigena, e non una importazione straniera. Ma in cosa tanto evidente è superfluo intrattenersi. Vedi Maffei, Dell9Italia primitiva; e Micali^ VItalia avanti il dominio de'Ilo-mani.— La regina Maria Cristina colla usata sua sapiente munificenza, di cui è degno ministro il conte Filiberto di Colobiano, ha fatto praticare negli anni 1838 e 1839, nel sito dell'antica Vejo, di cui è proprietaria, varii scavi, frutto de'quali fu una notevole quantità d'olle,anfore, gulturnii, ciati, tazze, prefericoli, tripodi, ecc. Vedi Campanari, Descrizione dei vasi rinvenuti nei sepolcri dell'antica Vejo.
(9) Pitture etrusche ci rimangono nei vasi conservati ne'scpolcreti. Ma pitture di ben altro magistero esser dovean quelle di cui rideano i templi:
Voi. L
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (25/531)
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