Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo quintoe ad avanzar d un trailo adottando quelle leggi e quelli ordini, e quelle magnificenze, ciò che dal benefizio di più secoli progressivi avrebbero indarno sperato.
Questa imitazione fu cominciata, dico, spontaneamente da ci Uà ausiliarie che viveano affatto indipendenti coloro principi e coloro magistrati: ed era legge e necessità nelle colonie} e molto più quando tutta l'Italia fu donata della cittadinanza romana, e i Vercellesi, i Taurini, i Comaschi, i Milanesi, i Mantovani ebbero adito agli onori più sublimi nella citta eterna, al pari degli antichi e veri cittadini godenti dell' ingenuità e del diritto ottimo massimo (2).
Questa insigne prerogativa della cittadinanza Romana l'ebbe tutto il paese tra l'Alpi e il Po dallo stesso Giulio Cesare, se diam fede a Dione (3).
Dopo la morte di Cesare, Marco Antonio volle per se la Gallia Cisalpina che era toccata a Decimo Bruto , perchè di soldati e di danaro fortissima (4).
Quando Ottaviano, dopo d'aver per qualche tempo diviso con Antonio e con Lepido l'imperio del mondo,
10 volle per sè solo, cominciò ad occupare queste Provincie e i passi dell'Alpi, ed a guadagnar l'amicizia di Cozio, figliuolo del re Donno, che signoreggiava con ragione d'eredità nelle gole de'monti tra
11 Roccamelone e il Monviso, che dal suo nome si chiamarono poi Alpi Cozie. Da Ottaviano che il
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (45/531)
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