Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      por le egregio imprese eli mare; l'aurea, simbolo della vittoria ottenuta in battaglia campale; quattro aste pure (12) e quattro vessilli, armi ed insegne d'onore, ricompensa di altrettante prove di singoiar prodezza.
      Glizio fu prefetto di Roma, edile curule, questore , pretore. Governò a' tempi di Vespasiano la Spagna, sotto Nerva il Belgio, sotto Traiano la Pan-nonia clic comprendeva le odierne Boemia, Ungheria e parte dell'Austria, e confinava appunto colla Dacia (Valachia, Servia e Bulgaria). Infine Glizio salì due volte al supremo onore del consolato, e vi pervenne la seconda volta l'anno 104 dell' era volgare (13).
      Ma prima di Glizio, e ne' tempi appunto in cui s'operava il gran mistero di nostra redenzione, facea chiaro il nome Torinese un altro virtuoso guerriero. Gaio Gavio Silvano, fìgliuol di Lucio, il quale nella breve e gloriosa guerra Britannica combattuta da Claudio l'anno 43 dell' era nostra, fece così belle prove da meritarsi da quell' imperatore il dono di collane, armille (braccialetti), falere (medaglie che si portavano pendenti sul petto), e la corona d'oro. Pe' suoi egregi fatti la colonia Giulia Augusta de' Taurini lo elesse a suo patrono e gli alzò un monumento (14).
      Frattanto questa parte d'Italia vieppiù s'ingentiliva, e sotto l'alito potente della civiltà Etrusco-Romana i popoli assicurati nelle famiglie, nellapòi. r 7


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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