Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      L1DIIO PRIMO, CAl'O QUINTOproprietà, ne' diritti politici s'incorarono alle grandi opere territoriali. Le antiche arginature etnische si prolungarono lungo l'alveo del Po. La palude s'andò mutando in prateria irrigua. « I colli fioriscono di alberi fruttiferi. La vite dell'Alpi Retiche acquista grido. Il ciliegio, il persico, il cotogno, il pomo di Armenia sono propagati dai giardinieri romani. Il castagno dell'Asia minore sale a nudrir i popoli fin sulle cime dei monti. L'olivo che ai tempi di Bel-loveso era ignoto in tutta l'Italia, fa molle contorno ai laghi, coltivato forse dagli agricoltori Greci che Cesare chiama sul Lario, e che ripetono nei nostri villaggi i nomi di Corippo, di Plesio, di Piera, di Lenno, di Delfo, dei Corinti e dei Dori (15) ».
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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