Storia di Torino di Luigi Cibrario
58 liiìro primoconcilio di vescovi principalmente italiani, i quali
rono molti articoli di disciplina ecclesiastica, e sentenziarono intorno alle differenze insorte tra alcuni vescovi delle Gallie in fatto di precedenza e di giurisdizione primaziale (8).
A misura che moltiplicavansi i fedeli, soleano, secondo i loro bisogni, moltiplicarsi i vescovi. Perciò nel secolo secondo in cui scarso era ancora il numero de'cristiani, ed affranto in mezzo al gran numero d'idolatri e di persecutori, S. Calimero, vescovo di Milano, stendea forse sui fedeli del Vercellese, di Val d'Aosta e del Piemonte la sua pastorale sollecitudine. Ma dopo la libertà concessa alla Chiesa da Costantino, i Vercellesi ebbero a proprio vescovo il grande S. Eusebio, che governava eziandio Novara, Ivrea, la Val d'Aosta e le colline del Monferrato fino a Testona. Sembra che nei primi tempi del suo pontificato sia egli concorso a cancellare da questa nostra città gli avanzi che ancor rimanessero delle etniche superstizioni o gli errori ereticali che vi si fossero introdotti, poiché di lui predicava S. Massimo , che i Torinesi gli andavano debitori dello splendore dell'ordine sacerdotale, della ortodossa loro credenza, della purità de'costumi. « Da lui procede, egli sclama, quanto qui può rinvenirsi di virtù e di grazia,* tutto da questo fonte purissimo dimana ciò che si vede di limpidità ne'ruscelli ».
Quando per altro per la persecuzione mossagliregola
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (58/531)
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