Storia di Torino di Luigi Cibrario
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[ lituo SECONDOnello cause clic sì recavano alla sacra udienza del re; ed i messi regali i quali recavansi nei comitati, ossia nelle giudiciarie ( vocabolo per ogni verso equivalente) a ricevere ed a definir le appellazioni. Ma non tutti potevano od osavan ciò fare, e i piacili de' messi regii non erano frequenti ; e men frequenti ancora erano i giudizii palatini.
A ciò s'aggiunga che nelle Marche, ossia ne'conlini del regno, conveniva tener vivo, e, come ora si direbbe, organizzato un sistema di difesa. 11 conte d'un piccolo comitato non avea sufficiente potenza. Convenne pertanto o dar più comitati ad un solo, od attribuir ad un conte più potente superiorità sui comitati vicini. Questi conti, distinti e potenti sopra gli altri, chiamaronsi conti dei confini (marck-graf)
0 marchesi. Dopo la meta del secolo ìx si ordinò
questo sistema de' marchesati. I marchesi ebbero inti **
realtà la medesima preponderanza de'duchi, e taluno ne ripigliò anche il titolo; e come i duchi agevolmente di marchesi diventarono re, od occupando il trono antico, o creandosi uno Stato nello Stato, come
1 re della Borgogna cis e transiurana. Al qual tempo anche l'onore di conte si rese di fatto ereditario, finche assai più tardi il diritto consacrò la felice usurpazione; ma in Francia prima assai che in Italia i comitati si riconobbero ereditami per legge. In Borgogna, dove il titolo di marchese non si vede quasi usato, niuno, dice Ditmaro, si chiama conte se non
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (104/531)
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Marche Stato Stato Borgogna Francia Italia Borgogna Ditmaro
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