Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      L1BKO SECONDOconsisteva nel poco mobile che potean portare; ma la loro vera ricchezza, come la loro forza, stava nel numero de'dipendenti, nella clientela di compagni coraggiosi e devoti, pronti a seguitarne la fortuna, a combatter con loro e per loro. Quando, occupata chi una parte, chi l'altra dell'impero Romano, queste genti s'avvezzarono ad aver sedi ferme, a posseder case e beni, ad abitar cittą e villaggi, quando le loro instituzioni, prima tutte personali e militari, si ter-ritortali zzarono 7 per dirlo con una parola barbara al par di loro; i capi, divenuti re, dispensarono a questi loro fedeli parte delle possessioni de'vinti; ma non con ragione perpetua, ne in proprietą assoluta, ma in usufrutto, e con obblighi di riconoscimento e condizioni di riversibilitą; ed in processo di tempo ad altri benemeriti della loro corona, assegnarono uguali ricompense. Ecco i vassi imperiali.
      Similmente i vescovi, i governatori delle province ed altri grandi del regno, con titolo di duchi, o di conti, i quali possedevano o in allodio, o in beneficio maggior quantitą di beni che non poteano coltivare, per crearsi aderenti e soggetli riconsegnavano ai loro divoti parte dei proprii poderi in beneficio, ed ecco i vassi de1 vescovi e de' conti, i quali tutti, come ne formavano la difesa in guerra, cosģ loro facean seguito e corte in pace. Ecco la ragione de' vassi, e il perchč comparivano ne' giudizii.
      Gli scabini all'incontro rappresentavano nelle tribł


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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