Storia di Torino di Luigi Cibrario
mLIBRO SECONDO
poteano più impugnarla, essendo stati quieti per trent'anni, e che essi solo condizionatamente aveano servito per que' trentanni sia a Dionisio, sia ad Un-none. Un altro giudizio di un tenor quasi simile aveano avuto a Pavia.
Allora gli scabini interrogarono gli uomini d'Oulx, se nulla aveano ad opporre a quei giudicati, e se essi erano della comunanza di quelli, di cui in detti giudicati si trattava (si de ipsa jura hominum fuis-sent). Ed essi risposero di sì, e che erano pronti a servire ancora sotto condizione, come i loro'antenati avean fatto. E così trovarono gli scabini giusto chesi facesse, e però così giudicarono. E fu finita la
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causa. Segnarono il verbale del giudizio (notitia ju-dicati) i tre scabini Sunifrò, Giovanni ed Ugherardo, e il conte Ratberto, ed il notaio Teutmaro (1).
Prima di chiudere quest'argomento, due cose eon-vien notare : prima, che il servizio sub conditione era uno stato di mezzo tra la servitù e la libertà. In fatti quei servi d'Oulx aveano ottenuta da Dionisio la manumissione; e continuavano a servire come cen-suarii, o liberi condizionati di quelle opere reali e personali che probabilmente eransi nella manumissione convenute, o che erano stabilite dalla consuetudine per uomini di ugual condizione.
La seconda osservazione che mi pare non doversi tralasciare, si è questa: che gli scabini interrogarono gli uomini d'Oulx se essi erano di quella giura (de
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (112/531)
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