Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      In tale stato di cose libero rimanendo il campo a Guido, un concilio di vescovi fu convocato a Pavia; il quale considerando clic il primo signore fuggendo due volte li avea lasciati come gregge senza pastore, ohe Guido avea trionfalo per virtù divina, com'essi credevano,- che l'Italia straziata dai furori della guerra, piena di stragi e di rapine, avea sommo bisogno di pace; clic Guido avea promesso d'amare e d'esaltar la Chiesa Romana, di rispettar in tutto e per tutto le ragioni della Chiesa, di osservare glistatuti fatti dal concilio, di concedere leggi proprie
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      a tutti gli uomini soggetti al suo governo, di svellere affatto ogni rapina, di riformar pace e di custodirla, perciò di comune assenso esso concilio elesse Guido in suo signore e re.
      Bella e santa è la parte che sostiene in quest'atto d' elezione, e negli statuti che l'accompagnano la Chiesa. Imperocché si mostra mirabilmente sollecita delle classi inferiori della società, vuole che oramai sieno sicuri dalle oppressioni dei potenti; che invece delle giure o fraternità che eran costretti a contrarre fra di loro i plebei, onde poter fino ad un certo segno far argine alla violenza ed all'ingordigia fiscale, fossero da leggi speciali assicurati a ciascuna condizione d'uomini i relativi loro diritti. Ma sospettando la Chiesa che le promesse fatte in occasione dell'elezione non fossero poi dal re attenute, riservò ai vescovi il diritto di scomunicare i conti ingiustiVoi. I
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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