Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      li 15ho secondoc impadronitosene di viva forza (poiché difendevala Agintruda, vedova di Guido), si fe' da papa Formoso coronare imperatore. Ma caduto per la sua brutal ferocia in disprezzo degli Italiani, levandoglisi incontro da ogni parte ribellione e tumulti, avendo i Pavesi riempiuto di cadaveri de' suoi Tedeschi le cloache della citta, tornò a passar per Ivrea, donde fuggì impaurito Anscario, e pel Montegiove si restituì a' suoi dominii.
      Appena il barbaro monarca si fu dilungato, Lamberto racquistò potenza, ed avuto nelle mani Magin-fredo che aveva abbandonato i suoi interessi per seguitar la fazione d'Arnolfo, gli fe'tagliare il capo. Fu questo a mio parere un errore; e ad ogni modo lo divenne, poiché commise ad Ugo, fìgliuol dell'ucciso,
      i comitati che il padre avea posseduti, fra i quali era probabilmente anche quello di Torino, e gli die tutta la sua grazia, e se ne fece un confidente compagno. Imperocché trovandosi sul principio d'ottobre dell'898 l'imperatore Lamberto con quest'Ugo alla caccia nella foresta di Marengo, luogo tanto illustre nell'odierna storia militare, vi perì di morte violenta, o sia che Ugo l'uccidesse d'un colpo di bastone, o sia che il cavallo impennandosi lo gettasse a terra, come dapprincipio fu voce.
      La morte di Lamberto ristorò la fortuna del re Berengario, che fino a quel tempo altro non avea fatto che rimettersi in possesso di Verona e del Friuli.


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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