Storia di Torino di Luigi Cibrario
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Non cessò Berengario d'aver un gran seguitod'uomini prodi e di fede inconcussa; onde il 29 di luglio del 925 potè con un fiorito esercito scontrarsi col re Borgognone a Firenzuola, e dopo ostinata
battaglia già davano volta i Rodolfìni, quando sopraggiunto a rinfrescar la battaglia il conte Bonifazio, cognato di Rodolfo, le cose mutarono aspetto, e Berengario fu vinto.
Allora questo principe, che per lo innanzi avea dato prove di grandezza d'animo singolare, s'appigliò al disperato partito di chiamar in sua difesa quegli Ungari stessi che aveano tante volle desolata spietatamente l'Italia. Vennero e commisero orrende stragi, saccheggiarono ed arsero Pavia, ed in mezzo appunto a quel sangue, a quelle fiamme che doveano lacerargli il cuore, Timperator Berengario fu da'suoi seguaci medesimi trucidato. Gli Ungheri, ricchi di bottino, si trasferirono poscia per le Alpi Torinesi in Francia, dove Rodolfo, che là si trovava, li inseguì con gran furia, e molti ne mise a morte.
Ma l'anno seguente l'Italia sfuggì di mano anche a Rodolfo. L'arcivescovo di Milano, ed altri grandi del regno per le mene massimamente d'Ermengarda, sorella d'Ugo, duca di Provenza, e moglie d'Adalberto marchese d'Ivrea, cominciarono a trattare di dar la corona ad Ugo; Rodolfo mandò suo suocero Bur-cardo, duca dell'Alemagna, uomo dispotico e feroce per tener in freno gli Italiani, e costrur, bisognando
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (127/531)
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