Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO SECONDOtortezze che ne attutasser l'orgoglio. Ma saputo il fine della sua venuta, e conosciute le sue intenzioni, gli Italiani gli tesero un agguato nella città di Novara, e quivi l'uccisero. E però Rodolfo atterrito depose affatto il pensiero di tornar in Italia. Ugo invece sbarcato a Pisa, passò a Pavia, dove fu eletto re, e quindi a Milano ove fu incoronato, il che dovette accader nell'estate ; poiché nel marzo dell'anno medesimo segnavansi ancora nella città d'Asti gli anni del re Rodolfo.
Ugo fu principe astuto e reo, che tutti seppe i ribaldi accorgimenti e le coperte vie per arricchire e dominare; in esso la cupidigia era uguale alla lussuria; e questa era gigante. Di colali stranieri andava in traccia l'Italia per ungerli e coronarli. Ugo dunque per meglio assicurarsi nella propria famiglia l'eredità dell'italico regno, fece nel 931 dichiarar suo collega il proprio figliuolo Lotlario. Il che dovette accadere nel mese d'aprile, poiché in marzo del 935 si contava ancora il secondo anno del regno di Lottano, laddove nel maggio dell'anno medesimo già si noverava il terzo (2). Durò Ugo nel regno fino al 946 nel qual anno, sopraffatto da Berengario li, marchese di Ivrea, abbandonò l'Italia e riparò in Provenza coi suoi tesori, lasciando fra noi Lotario, suo figliuolo, col solo titolo di re, poiché in realtà chi reggeu la somma delle cose era Berengario. Mancò poi di vita il 22 novembre del 950, non senza sospetto dij
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (128/531)
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