Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO SECONDOd'accesso, usi d'acqua e acquedotti, cose mobili ed immobili, cogli aldionarizii (cioè poderi degli aldioni, vale a dire censuali) e massarizii (cioè poderi tenuti a massarizio), e colle famiglie dei due sessi. I quali vocaboli ho voluto riferire, perchè si veda esempio di cessione assoluta in allodio, senza niuna riserva di dominio; i quali esempi, fuor delle liberalità che si faceano alle chiese, erano assai rari, e lo divennero in seguito anche più, non usando allora il signore d'abdicare tutta la proprietà, ma sì di scomporla con varie modificazioni e condizioni in modo da cedere tutto, o parte dell'utile dominio, ritenendo sempre il dominio diretto. L'ho anche recato quest'esempio, perchè si veda come nei due villaggi donati, tutti fossero servi della gleba, o censuali, poiché colla gleba stessa venner donate le famiglie d'ambedue i sessi come stromenti di coltivazione, senza niuna eccezione in favore di liberi uomini, ma solo con memoria d'aldioni.
La simbolica tradizione di tali beni, Adalberto di stirpe salica, benché per lungo incolato italiana, la fece secondo le forme saliche, consegnando una festuca nodosa, una zolla, un ramoscello d'albero; e corroborò la donazione alzando la pergamena su cui era scritta ed il calamaio, e ponendo pena a sé ed a1 suoi se vi contraffacessero.
La carta fu scritta nel palazzo di Torino, in presenza del re Ugo, di varii vassalli d'Adalberto, tutti
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (136/531)
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Adalberto Torino Ugo Adalberto
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