Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO QUARTO
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(li stirpe Franca, e di giudici del re. Adalberto s'intitola umile marchese (fui in Italia ; perchè il titolo di marchese era titolo di dignità personale, e non titolo territoriale; e risultava, come abbiam detto dal possesso di più comitati, o dal possesso di un insigne comitato, con superiorità su varii altri (4).
In luglio dell'anno medesimo il re Ugo, richiesto dalla somma contessa Ermengarda, sua sorella, confermò al monastero della Novalesa, i cui monaci per la persecuzion de' pagani erano rifuggiti a Torino, una torre nella stessa città, e le corti di Breme e di Polieino, che Adalberto gloriosissimo marchese aveva loro donate.
Questi marchesi della stirpe di Guido erano mirabili volteggiatori, e sapeano vantaggiarsi con arte somma nelle mutabili fortune dell'italico regno. Adalberto, nipote di Guido, era divenuto genero dell'im-peralor Berengario, sposandone la figlia per nome Gisla. Perduta la medesima, e morto pure Berengario, era divenuto cognato del novello re Ugo, dando la mano ad Ermengarda, sorella di lui. Così mante-neansi in potenza questi principi, i quali, accordandosi colParcivescovo di Milano, e co'duchi di Toscana, si può dir che facessero e disfacessero a loro posta i re d'Italia.
In maggio del 953 Adalberto era già trapassato. Lasciava due figli, Berengario n, che nel 918 era conte di Milano in nome di Berengario suo zio, efroh I
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (137/531)
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