Storia di Torino di Luigi Cibrario
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unno SECONDOIl che parrą tanto pił evidente se si consideri che i cittadini vennero poscia a questione col vescovo, Io cacciarono, lo tennero tre anni lontano dalla sua sede. Il che forse poterono fare quando contendendo Berengario e Guido pel regno, la cittą era rimasta senza conte. Nel qual tempo lontano essendo il vescovo, morto forse, o lontano il conte, i cittadini cominciarono sicuramente a sperimentar la dolcezza di governarsi da sč. Ma il vescovo frattanto raccoglieva armati, rientrava sotto sembiante di pace nella propria sede, e puniva i cittadini atterrando le mura e le torri, le quali dunque nell' interesse de' cittadini, non in quello dei re ci' Italia erano state innalzate.
L'ho detto altrove, e qui con sempre maggior persuasione lo confermo: fin dal tempo dei Carolingi sono da cercare i primi elementi della ricostruzione del municipio colla nuova forma comunale. Fin d'allora s'introdussero le buone consuetudini, che riconosciute poi e confermate dai Berengarii e dagli Ottoni, formarono la base del dritto comunale; fin d'allora cominciarono quelle giure o gilde, o compagnie, quelle associazioni di mutua guarentigia, con cui i popoli indifesi o mal difesi cercavano d'assicurare a se medesimi una forza ordinata che tenesse luogo di legge etlicacc, e di prolezione pubblica. La perfezione della forma comunale si otteneva solo
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (144/531)
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