Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      LIBKO SECONDOalle porte di Torino, favoreggiato poi da Manfredi: della quistione che questo marchese ebbe co' cittadini nel 1051, e del giudizio che tenne a Torino
      nel 1054 Eriberto arcivescovo di Milano.
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      L'amore della vita solitaria e penitente spingeva dopo la meta del secolo x dalle tepide rive dell' Adriatico, dalla stanza imperiale di Ravenna, un sani' uomo chiamato Giovanni Vincenzo, sulle vette dell'Alpi nostre, cinte d'orride balze e di ruine. Pare che la sua prima stanza fosse sul monte Caprario, chiamato volgarmente Moncevrari, che s'alza a considerevole altezza tra vai di Susa e vai di Viù. Si trasferì poscia per celeste ammonimento all'opposta parte della valle di Susa, sull'alpe acuta del monte Pircheriano; e Ih edificata una cappella a S. Michele, e scavatasi lì presso una grotta nel vivo sasso, attendeva a servire a Dio in orazione ed in rigorosissima penitenza. Quando Ugone lo Scucito convertì l'umile cappella in monastero, S. Giovanni ne lodò il Signore, e molto ne aiutò la fondazione. Ma vide che quel luogo più non si conveniva ad un romito, onde tornò ai dirupi del Moncevrari. Continuò quel monte anche dopo la morte del santo ad essere abitato da'suoi discepoli, e nel principio del secolo seguente essi furono che consigliarono il vescovo Gezonc a rialzare dalle rovine in cui giacca dopo le corse de' Saracini, la chiesa in cui si veneravano le reliquie de' santi martiri Tebei. Il buon vescovo


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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