Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAI'O SETTIMO 107
Giova ancora notarlo, chi assegna la formazione de'comuni alla seconda metà del secolo xi, non accenna che l'ultimo atto del dramma che da due secoli all incirca s'andava rappresentando.
Nel 1052 spegnevasi al di là dell'Alpi l'inutil a ita di Rodolfo m, detto Y Ignavo, ultimo re di Borgogna. Di questo coronato fantoccio ben si può dire che regnava, ma non governava, poiché i grandi del suo Stato, già assicurati ne'possessi de'loro eredi-tarii dominii, non gli lasciavano col titolo regio che un' ombra d'autorità. Designato a raccoglierne la successione era Corrado il Salico, imperatore, il quale nel 1054 vi si recò con un esercito di Tedeschi. Un altro esercito d'Italiani andò a raggiungerlo passando per vai d'Aosta. Tre principi illustri ne aveano il comando. Umberto dalle bianche mani, conte d'Aosta e d'altri contadi in Borgogna;Eriberto, arcivescovo di Milano; Bonifazio, duca di Toscana. Corrado superò Oddone di Sciampagna che gli con-tendea quel regno; ma della sueeession di Rodolfo raccolse solo quel tanto che Rodolfo avea posseduto, e gli potea lasciare il nome regio. Del rimanente, da quel punto l'indipendenza dei varii Stati che s'erano formati in quella monarchia, da lungo tempo sfasciata e cadente, fu sicura e senza limili. E tra quelli Stati era principale, perchè occupava i passi d'Italia e crebbe ad alti destini lo Stato di Savoia.
Tornava Eriberto da quell'impresa poco degna di
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (167/531)
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