Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo imumo
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Porcello, Olionc Due, Aimone della Uoverc, Arrigo Mal traverso, Jacopo Prando; minori Jacopo Silo, Pietro Faraudo, Uberto Bojamondo, Guglielmo A-
lello (7).
Ma ricominciò nel 1200 a prevalere ne'consigli del comune il desiderio del podestà, per amore d'indipendenza e per brama di più imparziale giustizia,
e non risulta che il consolato risalisse mai più agli antichi onori (8). Ben è vero che il podestà, venendo con poco seguito e senza aderenze, avea ben di rado autorità bastante per mantener quieta la fazione de' nobili e quella del popolo, che sempre l'una contra l'altra romoreggiavano; e che quando l'una d'esse prevaleva, era costretto a prender parte a tutte quelle vendette di sangue, d'esilii, di confisca-zioni che la setta, trasformata in governo, esercitava contra la setta momentaneamente abbattuta. Pure sembrò minor male, e forse fu, che la verga del potere esecutivo fosse in mano d'uno straniero ancorché debole, perchè quando le forze dei due parliti erano contrappcsate, governava con imparzialità, e quando una parte soperchiava l'altra, non esacerbava, anzi rattemprava nell'esecuzione i rigori con cui non mancavano i vincitori di contaminare il loro trionfo: se v'ha trionfo in queste gare anticivili ed antisociali.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (189/531)
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Olionc Due Aimone Uoverc Arrigo Mal Jacopo Prando Jacopo Silo Pietro Faraudo Uberto Bojamondo Guglielmo A-
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