Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBKO TERZOdel viver suo, essendo morto a Nicosia di Cipro mentre tornava in Occidente nell'anno 1148.
Nè potè racquistare la signoria di questa bella città Umberto 111 succeduto al padre in tenera età, il quale dall' indole propria e dalla tutela del santo vescovo Amedeo d'Altariva non attingeva spiriti bellicosi, se non quanto era indispensabilmente richiesto al suo dover di sovrano 5 e che cresciuto in età non fu mai molto accetto all' imperadore Federigo Barbarossa, principe d'ambiziosi e smisuraticoncetti, di volontà assoluta e d'indole insomma troppo aliena dalla sua.
Questo monarca era uno di quelli i quali non am-metteano prescrizione fuorché per le tasse fiscali le quali, una volta introdotte con ragione precaria e per un momentaneo bisogno, meltean radice e duravano perpetue ; ma che in quanto alle libertà, agli acquisti, alle prerogative de'popoli negava ogni autorità al trascorso del tempo, ai fatti quietamente consumati per P incessante progredir del pensiero, a cui segue più o men lento, ma inevitabile, l'atto conforme ; e con uno squillo di tromba ed un bando si pensava di poter richiamar le cose allo stato in cui erano uno 0 due secoli prima. Per tener dietro a questo vano concetto si diè ad abbassare i grandi comuni, a favorire i piccioli, a spogliare i principi che possedeano terre 0 castella clic aveano appartenuto alla Chiesa, e ad investirne i vescovi, dei
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (194/531)
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