Storia di Torino di Luigi Cibrario
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unno TEKZOle prerogative state dal Barbarossa concedute al suo predecessore. Trasferito poi Milone al seggio arcivescovi! di Milano nel 1188, e surrogatogli nella cattedra torinese Arduino di Valperga, questi, come avviene de1 nuovi in utlìcio che si credon tenuti a vincer di zelo i loro predecessori, e meglio farebbero a vincerli di prudenza, cominciò a muover pretensioni, a far novità, ad inquietare gli ufficiali del comune. Ma non erano i rettori de'comuni d'Italia, dopo la pace di Costanza massimamente, uomini da lasciarsi svolgere collo spauracchio d'un monogramma imperiale, o con altre autorità o paure. Erano ben risoluti d'avanzare nell'opera della indipendenza, non d'arrestarsi, molto meno d'indietreggiare.
Levato rumore nell'anno 1191, vennero alle mani i Torinesi co'loro aiuti da una parte, il vescovo co' molli suoi vassalli dall'altra. Quante zuffe e quali seguissero, noi sappiamo. Il fine si fu che il vescovo rimase prigione de'Torinesi, e che Àrdizzone di Piossasco, uno de' principali suoi vassalli, chiamato a soccorrerlo, stette duro e non venne, perlocchè fu condannato come sleale al suo signore in 500 marchi d'argento.
A quetar queste civili discordie s'intromise Tommaso di Nono, messo o legato dell'imperatore, che era Arrigo vi figliuolo di Barbarossa.
Due trattali del mese di luglio 1195 mostrano come le sorti della guerra ed il favor imperiale non
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (200/531)
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