Storia di Torino di Luigi Cibrario
CAPO SECONDO
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guasti c di depredazioni, in cui ogni frolla di genti agiva di suo capo e procurava di far al nemico il maggior male possibile, e soprattutto di non tornare a casa vuota; guerra insomma di brevi e rinnovalo incursioni, nobilitata da qualche raro assedio, da qualche più rara zuffa campalo; guerra di pochi conlra pochi; guerra, per coś dire, in miniatura, conveniente a quelle miniature di Stati e di nazioni.
A quotar que' contrasti che disturbavano^ se non altro, il commercio, giungevano gli ambasciadori
+ * v/ v/ wd'Asti e di Vercelli, nelle mani de' quali giuravano i contendenti d'acquetarsi al lodo che pronunzie-rebbero i podestà di Vercelli e d'Asti. Reggeano tale ufficio in sull'aprirsi del 1200 Nicoḷ Visdonno ed Airoldo del Foro, i quali, chiamati a parlamento ne' campi di Ma ir ano i principali delle credenze di Torino, Chieri e Testona, insieme con Jacopo Vialardi podestà di Torino, Rolando Borgognino podestà di Chieri, Jacopo Pallio podestà di Testona e col vescovo, statuirono: le parti si rimettessero reciprocamente danni ed offese;
11 vescovo ed i Torinesi nnunziassero al comune di Chieri la castellata di Montosolo, vale a dire il territorio dipendente da quel castello, sul quale il vescovo non conservasse maggiori diritti di quelliche avea conservato su Oneri;
Promettesse con giuramento il castellano di Montosolo di aiutar i Cheriesi, ai quali fosse lecito in caso di pericolo di ricoverarsi in quel castello ;
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (203/531)
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