Storia di Torino di Luigi Cibrario
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che vi passavano, essere improvvisamente dalla campana suonante a stormo levato dal sonno o dal banco, e dover correre armato a schierarsi sotto la bandiera del comune; esser talvolta costretto a sbarrar la strada, le porlo della casa e le finestre, ed a battagliar da quella come da una fortezza, onde respinger l'assalto della setta contraria, e cansare il saccheggio, il fuoco o la morte; pagare al comune grossa taglia, non solo de' beni stabili, ma anche del mobile e del valsente di bottega; pagarla ne' tempi pił duri anche doppia; esser inoltre tassato, se eri in voce di ricco, in grosse somme di prestito forzato,-aringare ne' consigli della repubblica contro ad un' opinione che trionfa, e vedersi comandare il silenzio a pena di grave ammenda ; questa era ne' buoni tempi la condizione d'un cittadino di que' comuni ; posciachč ne' rei, quando pił imperversavano le ire civili guelfe e ghibelline, che nel secolo appunto di cui ci facciamo a parlare, tanto guastarono la misera Italia, l'esser cacciato in esiglio, messo al bando, spogliato de'beni, il vedersi diroccate le case, era un gioco solito della contraria fazione soperchiante; gioco contro al quale non avevi che il tristo ristoro di far genti e riconquistare con esterni aiuti la patria, bandire, confiscare, diroccare alla tua volta le persone, i beni, le case di quelli che uno stesso giro di mura avea teco accolti al nascere, che teco eransi nodrili e cresciuti, che agli stessi altari prostravansi,
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (207/531)
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Italia
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