Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      CAPO TI'KZO
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      Ma quell'alta dignità ne travolse la inente. Con-sideravansi quc' buoni Cesari germanici li eredi solidali, come del titolo, così della potenza e della dittatoria autorità degli Augusti di Uoma. Voleano esser padroni non sovrani. Tornando sempre all'assurdo principio che le ragioni dell' impero fossero imprescrittibili, Ottone ìy si provò a ripigliar le terre date dalla celebre contessa Matilda alla S. Sede, turbò il giovane re di Sicilia nel possesso de' suoi Stati, accennò perfino di voler rompere il famoso concordato per cui s'era dato fine nel 1122 alle lunghe discordie sopra le investiture tra l'impera-dore ed il papa.
      Il papa vedendolo fallire così apertamente alle sue giurate promesse ed al debito di giustizia, dopo d'averlo inutilmente ammonito, lo scomunicò e ne procurò la deposizione, dandogli per successore il giovane Federigo 11, del quale avea con paterno amore protetta la fanciullezza, sperandone in contraccambio affetto ed ubbidienza figliale.
      Vinto alla battaglia di Bovines, Ottone iv si ritirò nel castello d'Hartzbourg, ove morì nel 1218.
      Frattanto fin dal 1188 era succeduto ad Umberto ni il Santo, nei dominii di Savoia Tommaso i suo figliuolo. Non aveva costui gli spiriti riposati e mansueti del padre; ma era invece tanto destro e sollecito ne'maneggi politici, quanto lo ricercava la fortuna di sua casa, che le traversie del padre aveanoPòi. I 27


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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