Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIB HO TERZOvolta in basso. Prode di sua persona, carezzatore de' comuni e dispensatore di liberta, di franchezze, attento ad acciuffar l'occasione, sperto nel volteggiare, egli ristorò la grandezza della famiglia, e nell' Elvezia Romanda, e in Savoia, e nella valle d'Aosta, e in Piemonte.
Seguendo le parti di Ottone ìv, collegato coi Vercellesi, contro ai marchesi di Saluzzo e di Monferrato, espugnò Casal S>. Evasio e lo distrusse, costrinse Saluzzo a chieder pace, ottenne l'omaggio de'marchesi di Busca, ebbe, per dedizione, Pinerolo, coll'armi Vigone e Carignano. Venuto poi in grazia di Federigo u, fu suo vicario con supreme facoltà per tutta Italia, governò Albenga e Savona col mezzo d'Amedeo suo figliuolo a nome dell'impero, protesse il commercio e la libertà di Marsiglia.
Tanta prosperità, tanta grandezza, tanta potenza dovea porre in sospetto i Torinesi che la loro libertà fosse vicina al tramonto 5 poiché vedeano il principe di Savoia correr vittorioso la provincia, ed a questa ed a quella terra imporre il freno 5 e non ignoravano quali e non mai abbandonate ragioni egli poteva armare sopra di loro. Attesero perciò con ogni cura a fortificarsi di grosse alleanze, e in ciò li aiutava grandemente Jacopo di Carisio, vescovo di Torino, anch'egli legato 0 vicario imperiale, uomo che nelle mondane faccende la sapeva assai lunga.
In luglio del 1222 recaronsi Jacopo ed il podestà di
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (210/531)
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