Storia di Torino di Luigi Cibrario
Capo rivitzo
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Alla lega Lombarda aderivano questa volta i Torinesi, mentre il conte di Savoia attendeva col manto del vicariato imperiale a vantaggiar le proprie condizioni. Guelfi chiamavansi, com'è nolo , quo' che seguivano la parte del papa e della libertà. Ghibellini gli imperiali. Maledetti nomi che servirono a velare eredità d'odii di tutt'altra specie che politici, a dividere non solo un comune dall'altro, ma il popolo d'uno stesso comune, i varii lati d'una stessa casa, i varii membri d'una stessa famiglia in più sette arrabbiatissime, ingorde e crudeli.
La guerra che romoreggiava in Lombardia e in Piemonte, mentre poneva i Torinesi in obbligo di stare apparecchiati, e di fortificarsi con leghe di popoli e di baroni, ricideva poi uno dei maggiori proventi del comune , qual era il pedaggio , o la dogana, che per le merci di qualsivoglia natura pa-gavasi alle porle di Torino.
Il commercio , che Venezia e Milano facevano co'paesi d'oltremonte, pigliava la via del Sempione: quello di Genova, e d'Asti, città allora assai ricca, popolare e trafficante, pigliava la strada del Mon-cenisio, e vi giungeva per tre vie diverse. L'una per Cunengo, Cocconato, Castagneto, S. Raffaele, Gassino, Castiglione, Torino e Rivoli (2). L'altra per Asti, Poirino, Testona, Torino e Rivoli. La terza,
che forse si facea più spesso , per cansare il pe-
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daggio di Torino, pervenuta a Testona, passava il
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (213/531)
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