Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      libro terzoquando i borghesi di nuovo accettati fossero con giusto titolo richiamati e sequestrati dai loro antichi signori, non avesse il comune autorità d'intromettersi. Cen-suarii e servi fuggiaschi, che fatti borghesi di qualche comune, rideansi de'loro antichi signori, erano causa di perenni discordie tra' comuni e i feudi. Perciò spesso si dichiarava in quale spazio di tempo era concesso ai padroni di ripigliarli. Ed era per solito d'un anno e un dì. Qui non vi fu limite altro che del giusto titolo.
      Similmente il conte non ricevesse nella sua terra d'Avigliana, e da Avigliana in giù, gli uomini dell'abbate e del comune di Pinerolo, nè de' castellani che aveano seguitalo le parti de'Torinesi, cioè di Sca-lenghe, di Villafranca ed altri.
      Perchè poi nella guerra i Torinesi aveano assai maltrattato i signori di Cavorre,parteggianti pel conte di Savoia, si stabilì che il conte, cagione, e il comune di Torino autor del danno, ne facessero ammenda col patto alquanto singolare che il danaro necessario si pigliasse sul clero della diocesi 5 ed ove non se ne ricogliesse a sufficienza, il vescovo, il conte ed il comune supplissero ciascuno per un terzo.
      Ancora si accordò, il conte non potesse far castella e case forti, se non alla disianza che sarebbe determinata da arbitri.
      11 conte ristorasse secondo l'arbitramento del marchese di Saluzzo, Guido di Piossasco 0 i suoi consortij


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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