Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo quarto
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o Ubertino ili Cavorre, de'dritti clic avevano sul castello supcriore di Cavorre.
Per ammenda dei danni dati ai Piossaschi pagasse loro dugento cinquanta lire di Genova ; ed essi non fossero astretti a fedeltà, finche ottenessero il pagamento.
I Torinesi non dessero ricetto ai banditi, per maleficio grave, dal conte di Savoia: cioè per omicidio, tradimento, ferita di spada, incendio e furto, ma in termine di quindici dì dopo la richiesta dovesser cacciarli. E altrettanto facesse il conte pe'banditi del comune.
II podestà e gli uomini di Pinerolo, e tutti quelli che erano dalla parte de'Torinesi o che entrerebbero in quella pace fino al Natale allora prossimo fosser tenuti d'aiutar il conte d' esercito e cavalcata al di qua dall'Alpi eontra tutti, eccettuati i Milanesi, Vercellesi, Astigiani ed Alessandrini, e similmente il conte fosse tenuto a difenderli contra tutti, salvo contra gli Astigiani, il marchese di Saluzzo e Jacopo del Carretto.
Finalmente il conte prometteva di dare ai Torinesi aiuto due volte all' anno, e per un mese di sessanta buoni uomini d' arme; e di fare ad ogni loro richiesta esercito e cavalcala di tutte le genti che avessero al di qua dai monti (1).
Nel medesimo giorno con un trattato particolare Amedeo iv, e Tommaso suo fratello, in presenza del
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (227/531)
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