Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      unno teuzo, capo quinto
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      tal carico, ma con poter di legato imperiale, Giona la de Luco.
      K proprio de" popoli come degli individui il cercare prima liberta, poi dominio. I Torinesi aveano già acquistato la signoria di Collegno e di Gruglia-sco, non si sa bene in qual modo, nò quando. Nel 1239, essendo capitano Giona la de Luco, un dei Piossaschi venne a rendersi loro vassallo, sicché ebbero a loro divozione il castello di Beinasco sulle rive del Sangone. Federigo di Piossasco, a nome anche degli altri consorti, fe' omaggio di quel castello alla città di Torino, promise di farne pace e guerra contra tutti; e, se così piacesse ai Torinesi, di depositarlo nelle mani di due fidi custodi fino alla pace; di non ricevere in abitator di Beinasco alcun uomo di Collegno, Grugliasco e Torino; di mantener la strada, e di vietarla ai mercatanti che vi volessero passare per cansare la dogana di Torino; di dar ricovero in tempo di guerra ai Torinesi, e di non levar su quelli per merci o bestie pedaggio nè tolta. Promisero infine di non ascriversi a niuna delle sette di Torino, ma di voler sempre appar-
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      Ouestla città di
      Torino come le altre era già straziata dal furor delle parti; cominciate prima, come sempre accadde, tra gli alberghi de' nobili e il popolo, travestite poi co' vocaboli di Ghibellini e Guelfi, nomi che servivano


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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