Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      capo quintoTempi eran quelli di molta confusione e di maggior tristizia, ne1 quali i laici non rispettavano le libertà ecclesiastiche, e gli ecclesiastici usavano per difenderle anche i mezzi che più disdiceano al mite e sacro carattere sacerdotale. Giovanni Arborio combattendo tra le schiere della lega Lombarda contra gli Imperiali, in un fatto d'arme seguito nel territorio di Parma addì 2 d'agosto del 1247, fu preso dagli uomini di Casale e di Pavia, e tre anni fu sostenuto prigion e, finche, co'danari avuti a prestanza da Tommaso 11 di Savoia, potè ricomperarsi e tornare alla sua chiesa.
      Questo principe erasi allontanato dai Piemonte nel 1259, avendo sposato, a mediazione di S. Luigi re di Francia suo nipote, Giovanna, erede dei contadi di Fiandra e d'Hainaut. Quattr' anni regnò in quelle contrade in compagnia della moglie, la quale allora dando al marito balìa di sè, gli attribuiva insieme quella dello Stato; e molte forti e memorande opere fece, segnalandosi massime nel dare e nelF ampliare in favor de' comuni le carte di libertà, che colà chiamano Keure. Nel 1244 gli mancò la moglie, e non avendo lasciato prole, ei perdette ad un tempo quello Stato che per giustizia apparteneva alla sorella di lei ; onde Tommaso tornò in Piemonte, e si studiò d'acquistarvi dominio. Propizii erano i tempi, come son sempre per gli animosi ed intraprendenti quelli in cui v' è partimento di sette.


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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