Storia di Torino di Luigi Cibrario
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capo sesto 247
Gli usciti (li Torino c di Moncalieri potessero tornarvi a ripigliar il possesso de'loro beni. Se non volesser tornare, o il conte non volesse lasciarli tornare, fosse il medesimo tenuto a comprarne i beni a prezzo di stima.
Gli Astigiani dal loro canto non potessero acquistar nuova terra alla sinistra del Po, ṇ edificar nuovi castelli, o ville, o fortezze verso lo Stato di Savoia e di Saluzzo. Il conte procurerebbe la pronta liberazione delle persone, la restituzione degli averi degli Astigiani e dei Torinesi ditenuti in Francia ed in altre parti oltre l'Alpi; e la restituzione delle merci colà staggite agli uomini di Cuneo. 11 comune d'Asti farebbe pace coi marchesi di Monferrato e di Saluzzo, col conte Emmanuele di Biandrate e cogli altri fautori di Tommaso.
Questo fu il primo accordo giurato da Jacopo Zasio, podestà d'Asti, e da Jacopo del Carretto, e confermato alcuni giorni dopo dal Fieschi. Allora aperse il comune le trattative con Torino per farsi dar nelle mani il principe che tenean prigione. Nel febbraio 1257 stava per eseguirsi la consegna, quando gli Astigiani domandarono nuovi patti e nuove sicurtà. 11 conte procaccierebbe agli Astigiani lettere patenti col sigillo pendente del re e della regina di Francia, del papa, dell'eletto di Lione (Filippo fratello di Tommaso), colle quali essi principi farebbero solenne promessa di liberar tutti gli Astigiani sostenuti in carcere,
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (247/531)
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