Storia di Torino di Luigi Cibrario
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libro quarto, capo primoacerba rampogna perche avesse piglialo il marchese di Monferrato sulle terre francesi; il re esortava Tommaso a rendergli prontamente la liberta ed a far buona pace con esso.
Rispose Tommaso con umiltà, mettendo se e il suo Stato a disposizione del re ; ma facendogli presente che a Guglielmo nuli'altro avea domandato che l'eredità de'suoi avi, di cui era stato spogliato; che l'accordo era seguito, e il marchese era libero, secondo le intenzioni del re. Se al re spiacesse alcuna condizion dell' accordo, egli non avea difficoltà di cassarla.
Poco sopravvisse Tommaso a questi fortunati successi, imperocché in maggio del 1282 mancò di vita, lasciando da Guja di Borgogna cinque maschi, tutti ancora bambini. Tommaso in era il legittimo erede della corona di Savoia, e sebbene il conte Filippo prediligesse tra i nipoti il minor fratello Amedeo, e che questi si procacciasse a tutto potere, anche vivendo lo zio, aderenza ed omaggi di prelati e di baroni, tuttavia non sarebbe forse stalo facile di escludere Tommaso se fosse vissuto. Ma l'immaturo suo passaggio privò anche la sua discendenza del trono, sul quale, invece d' un fanciullo mal atto a governare in tempi così pieni di pericoli e di guerre
s'assise Amedeo v, fratello secondogenito di Tommaso; vedendosi così per la seconda ed ultima volta lo zio succedere alla corona in pregiudizio del nipote.
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (262/531)
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