Storia di Torino di Luigi Cibrario
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LIBRO QUARTOpropria successione quell'ordine di rappresentazione all'infinito che non s'era osservato, nč quando Filippo succedette a Pietro, nč quando Amedeo v a Filippo.
Ma Tommaso hi avea lasciato dopo di sč amici potenti ; e siccome non erano allora tra' principi titoli politicamente vani i legami del sangue, mostra-vansi molto risoluti di voler sostenere le ragioni dei nipoti i conti di Borgogna.
Dalle loro rimostranze indotto, o dalla coscienza consigliato, Amedeo v, appena il primogenito di Tommaso fu fuor di tutela, rimise al giudizio d'arbitri la definizione di ogni quistione insorta o da insorgere con lui e co' suoi fratelli. Arbitri furono Ludovico di Savoia, sire di Vaud, Umberto di Luirieux e Pietro Simondi giurisperito. Sentenziarono essi il 10 dicembre 1294, nella chiesa di Sant'Antonio di Ciamberė: al principe Filippo appartenesse, in ragion di feudo movente dalla corona di Savoia, il paese al di qua dall'Alpi da Rivoli in gių, insieme con ogni ragione che potesse competere al conte di Savoia su Chieri e sul Canavese, sul castello di Montosolo occupato dai Cheriesi, e sulla terra di Sommariva del Bosco, tenuta dal marchese di Monferrato ; eccettuati gli omaggi de' marchesi di Saluzzo e di Monferrato. Accettato dalle parti tale arbitramento, approvato dai prelati e dai baroni, rinunziō Filippo in nome proprio e de' fratelli ad ogni ragione che potesse avere sulla corona di Savoia; egli poi s'acconciō coi
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (266/531)
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