Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      li duo quarto, capo terzo
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      i Testa, i Cagnazzi, i Grassi, i Marcntini, i Crovesi, i Mantelli. Dir che cosa volessero politicamente queste due setto, quali fossero veri Guelfi, quali veri Ghibellini, sarebbe dillìcile. S'odiavano, e facendosi quel maggior male che poteano, turbavano la quiete e distruggevano quella poca felicita che a quei tempi avrebber potuto godere.
      Giovanni Zucca, prevosto della cattedrale, era uno degli uomini più influenti del suo partito. Povero di virtù sacerdotali, abbondava di spiriti mondani, di voglie ambiziose, di turbolenti pensieri. Federigo di Saluzzo, d'accordo col marchese di Monferrato, conoscendolo per uomo acconcio a' suoi fini, lo chiamò a se, e guadagnatolo agevolmente colla promessa di un vescovado in Lombardia, si fe'promettere che gli darebbe una porta della citta. Lo Zucca, tornato a Torino, cercò e trovò aderenti tra i Sili, i Zucca, i Testa, i Biscotti e gli altri di sua parte. Enrieto Zucca, suo congiunto, quello fu che recava i messaggi del prevosto a Federigo e ne riportava le risposte. Il principe d'Acaia era all'assedio di S. Giorgio in Canavese, e nelle sue schiere militavano anche le'milizie de' Torinesi. Doveva il prevosto levar rumore nella citta e dar una porta ai Saluzzesi. Il principe a tal notizia accorrendo, sarebbe preso in mezzo da due corpi di truppe, e facilmente oppresso. Fallì quella macchina, perchè Filippo all'avvicinarsi delle genti nemiche levò l'assedio, primachè lo Zucca avesse


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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