Storia di Torino di Luigi Cibrario
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Creò Jacopo in luglio dell'anno medesimo questa forza, ordinando che in ciascuna terra si formerebbe una società del popolo con quattro rettori, i quali parteciperebbero al governo. Con ciò instituiva una specie di guardia nazionale, destinata a procurare l'osservanza delle leggi, l'obbedienza a' magistrati ad impedir le violenze e le guerre private, ed a vendicarle. Organizzata in tal modo fra la plebe minuta una forza materiale a posta del principe, rivestita del mero impero e partecipante al governo, i grandi ne rimaneano perennemente abbassati, e non poteano più turbare impunemente la pubblica pace, nò macchinar novità. Nel 1559, rettori della società del popolo in Torino, erano Ardizzone Ainardi, Giraudeto calzolaio, Tomaino Beamondo e Berzano, sarto (4).
Cominciava allora in Italia il flagello delle compagnie di Ventura. Piccole bande di venticinque, di cinquanta soldati comandati da un contestabile, che li avea raccolti, fin dal secolo xiii, e sempre forse erano usate prender soldo or da questo or da quel principe o comune e servirlo nelle sue guerre. Ma ornai non era più quistione di piccole ragunate, trattavasi di corpi numerosi di avventurieri Inglesi,
Tedeschi, Brettoni, Catalani e d'altre nazioni, che formavano veri eserciti, e non ubbidivano fuorché ai loro capi. Costituivan essi una forza, che; se non sempre pel numero; per la scienza di guerra e per la disciplina, era superiore a quella che ciascuno
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (279/531)
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