Storia di Torino di Luigi Cibrario

Pagina (285/531)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      capo tli 157.0
      385
      Susina, dove con una lune si somministrava loro lo scarso cibo sufficiente a tenerli vivi. Gli omicidi, le ruberie da loro commesse ricidcano ogni speranza di mercede, e già s'erano rizzate a Pozzo di Strada le forche per appiccarli , quando con miglior consiglio furono distribuiti a que' cittadini clic aveano qualche congiunto nelle mani di Facino Cane (7). A cessar quello strazio di guerra si pose avanti per mediatore Gian Galeazzo Visconti, chiamato il Conte di Vi rtù. Fu accettato dalle parti qual arbitro. Ma avendo egli, fra le altre cose, nel suo lodo del 1398, mandato eseguirsi un diploma dell' imperator Ven-ceslao, che concedeva, non so con qual dritto, al marchese di Monferrato l'investitura di Torino e di Collegno, il principe non s'acquetò a quella sentenza; si fece nuovo compromesso nel conte di Savoia, e mentre egli soprastava a pronunziare, ilprincipe d' Acaia morì di soli anni 38 addì 7 di maggio 1402. Non avendo dal suo matrimonio con Catterina di Ginevra lasciato altro che due figlie, gli succedette il minor fratello Ludovico. Questi, dando la propria figliuola Margarita (la beata) al marchese Teodoro di Monferrato, ebbe agevolezza di comporre le quistioni che vertivano fra i due Stati; se non per via definitiva, almeno con una tregua d'anni dieci, duranti i quali, Mondovì e le altre terre conquistate in quella provincia dal principe Amedeo, doveano tenersi in comune.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

Pagina (285/531)






Pozzo Strada Facino Cane Gian Galeazzo Visconti Conte Ven-ceslao Monferrato Torino Collegno Savoia Acaia Catterina Ginevra Ludovico Margarita Teodoro Monferrato Stati Mondovì Amedeo