Storia di Torino di Luigi Cibrario
I.UÌHrt QIJAHTO, CAPO QUARTO
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egli le negoziazioni all'anni. Apparecchiato alla guerra, si clic desiderala ne fosse l'alleanza, mandava ambasciatori in luogo d'eserciti;ed avea egli sì gran fama di savio, che dall'Italia e dalla Francia era desiderato quale arbitro e mediatore. Due sole guerre ebbe al di qua dai monti, e niuna ne trattò in persona. La prima, che non merita questo nome, fu per correggere due marchesi di Cova, i quali a pre-giudicio de' Cuneesi voleano mutare in proprietà l'ipoteca che aveano su Borgo S>. Dalmazzo e sulla valle di Gezzo (1424). La seconda fu co' Veneziani, Fiorentini ed altri principi e Stati, contra Filippo Maria Visconti duca di Milano nel 1426. Secondo i patti della lega, Milano colla miglior parte del ducato dovea appartenergli. Le armi d'Amedeo vili fecero molti progressi nel Vercellese. Ma poco tardò a porger l'orecchio a pratiche d'accordo; e l'anno seguente ricevette da una mano la cession di Vercelli dal Visconti, e dall'altra gli die in isposa la figliuola Maria, non atterrita dalla sciagura di Beatrice di Tenda.
Aveano sull'animo d'Amedeo viri gran predominio le idee religiose. Egli fondava chiese e conventi, procurava l'acquisto d'insigni reliquie, mostrava grandissimo zelo nel convertir giudei ed eretici, non minor severità nel punirli. Tutti i giudei di Savoia raccolse nel castello di Ciamberì, e li fc'in sua presenza divisare con un segno che li facesse conoscere,
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (289/531)
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