Storia di Torino di Luigi Cibrario
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libro quartoStaio, dimostrato la santa intenzione di correggere gli abusi e le ingiustizie, sebbene poi divenisse quell'invio un novello aggravio, una perturbazione del corso ordinario della giustizia; e per certi capitoli concessi in agosto del 1451 al Piemonte, con cui confermò tutti i privilegi e le franchezze concedute ai nobili ed ai comuni dal padre e dal fratello; volle che le cause civili si giudicassero nel luogo ove farebbe dimora il convenuto, e che non potessero trarsi avanti alla sua persona, nè avanti al Consiglio residente con essa, nè avanti al Consiglio di Torino; clic le commissioni da farsi per esami di testimoni!, si dessero agli uffiziali ed ai giureconsulti de'luoghi in cui essi testimonii risiedessero; salvo che la parte instante facesse diversa richiesta; che il giudice fra certo termine dovesse pronunziar la sentenza, senza dar luogo a soverchi incumbenti, pe'quali non sarebbero, in caso diverso, dovute nè le sportule, nè il dritto di sigillo;
Che i tesorieri ed altri ricevitori di danaro ducale losser tenuti di spedire senza costo di spesa le qui-tanze de'pagamenti de'sussidiiChe i medesimi tesorieri fossero tenuti d'accettare le monete d'oro e d'argento al corso che avranno al momento del pagamento (e non a quello che avevano al momento della concessione), purché i debitori non fossero in mora ;
Ancora : che niun di loro s' attentasse di voler
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (296/531)
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Piemonte Consiglio Consiglio Torino
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