Storia di Torino di Luigi Cibrario

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      non cadde nel laccio leso dai Borgognoni lo stesso giovinetto duca Filiberto. Quando fu liberata, moltot
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      bbe a travagliarsi per difendersi contra l'ainbizion de cognati, e massime del più torbido ed avventato fra loro, Filippo conte di Bressa, che voleva ad ogni cesio partecipar al governo. E nondimeno governò con prudenza e con cuor virile, e mantenne giustizia, per quanto le tristi condizioni de" tempi lo pcrmcttcano.
      Dopo la sua morte, accaduta nel 1478 nel castello di Moncrivello in cui faceva ordinaria residenza passò il reggimento dello Stato, non già al duca suo figliuolo, ancor fanciullo e di complession delicata, ma si ai baroni che il re di Francia deputò, cioè al sire di Miolan e al conte della Camera. Essendo poscia nel 1479 quest'ultimo, pe'suoi mali portamenti e le ribalderie commesse a Cuneo, stato rimosso dal governo, al quale fu deputato in sua vece Gian Ludovico di Savoia, vescovo di Ginevra, non si fece la cosa tanto chiusamente, che non gliene fosse recata notizia in Savoia, dove allora si trovava; onde pieno di fiele immaginò un colpo de' più arditi, col-l'impadronirsi della persona del duca che s9 avviava, in seguito ad invito del re, verso la Francia. 11 che facendo, potea velare, come spesso accade, il ben proprio, col colore del pubblico bene, quasiché volesse sottrarre il principe all'insidie ed alla prepotenza francese. Una notte pertanto del mese di novembre giunse con gran numero di congiunti e di


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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana
1846 pagine 531

   

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