Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo quinto
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anzi gli spirili guerrieri, e l indole risoluta di Carlo i, prometleano di ristorare le travaglialissime fortune di questo Stato, quando una morte immatura, attribuita dai contemporanei a veleno lento, lo colpì il
15 di marzo 1490.
Questo funestissimo caso ripiombò lo Stato nella confusione e nel disordine a Torino, e v' ebbero sedizioni e tumulti. La sera della festa di S. Giovanni dell anno medesimo essendosi sparsa la voce che nella casa di Tommaso di Gorzano, ove dimorava Ludovico, sire di Miolans, erano sostenuti tre cittadini che si voleano uccidere, il popolo minuto corse verso Porta Palazzo (ora strada delle Quattro Pietre), dov'era situata quella casa, ne arse la porta, uccise varie persone del seguito del sire di Miolans guastò e saccheggiò gli arredi, respinse a furia di sassate il vicario ed i sindaci che cercavano di acquetar quel tumulto; nè miglior trattamento usò all'araldo mandato da Francesco di Savoia, arcivescovo d1 Auch.
Trovossi allora di nuovo un bambino sul trono, sotto alla tutela della duchessa Bianca, sua madre, assistila dall' arcivescovo d'Auch già mentovato.
Questo gentil duellino,cui s'era dato per governatore fra Merlo eli Piossasco cavaliere di Rodi, morì nel 149G. Gli succedette il prozio, quel Filippo, conte della Bressa, che, per brama di Stato, aveva intorbidalo i regni precedenti. Provetto guerriero, per
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (303/531)
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