Storia di Torino di Luigi Cibrario
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mp.ro quartousato tutti i mali termini, gli sprezzi, le minute violenze che il forte può usar impunemente contro al debole, mandò nel 1556 un esercito ad occuparne gli Stati, non senza avergli fatto intendere da un Solaro, sire di Moretta, che osò incaricarsi dell'ambasciata: si desse con tutta la famiglia nèlle mani del re, rimettendosi al suo clemente arbitrio ; il re gli assegnerebbe ampio Stato in Francia, e gli perdonerebbe ogni passata rancura ; questa sola via di salvezza rimanergli. Per tutta risposta il duca ordinò all'ambasciatore di ritirarsi, facendogli con severità com-
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prendere, che non faceva in quel momento opera di buon suddito, nè di buon vassallo.
Frattanto gli errori della pretesa riforma aveano invasa gran parte della Svizzera; la città di Ginevra ne fu agevolmente corrotta, e dopo d'essersi fatta dare la borghesia di Berna, si ribellò a Savoia e ne cacciò il vescovo (1555). Il duca avrebbe potuto riaverla facilmente, sol che avesse promesso di lasciarle professare la rcligion riformata e di tener lontano il vescovo; ma non volle niuno di tali patti, onde fu irremissibilmente perduta.
Quando l'esercito francese s'approssimò, i Bernesi occuparono il paese di Vaud, i Vallesiani ilCiablese. Nel futuro saccheggio della monarchia di Savoia, non voleano que'buoni antichi alleati rimanere spettatori colle mani vuote. I Francesi non trovarono (piasi opposizione. Il tradimento aperse loro le porte
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (310/531)
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