Storia di Torino di Luigi Cibrario
capo sustooccasioni di battaglia in fuori, era assai rilassala; nō
potendo i principi, sempre male agiati di danaro, provvedere in modo che le paghe corressero regolarmente, erano costretti a tollerar disordini per nonsollevar sedizioni.
I tre stali cismontani radunati in Torino in ottobredel 1559 rimostravano a monsignor d'Ānnebault, luogotenente generale in Italia, essere il paese stato costretto a dar le sue derrate per fornimento delle fortezze e piazze del re; non rimaner pane per tutto gennaio; e da ogni lato esservi divieto d'entrarne; morrebber di fame, se il re non ne faceva condurre di Francia. Delle derrate cedute in servizio del re, non aver potuto ottener pagamento ; essere stato il paese cosė calpestato ed angariato dagli Imperiali e dai Francesi, ed oppresso con tante contribuzioni d'olio, legne, candele e capisoldi, che non v' avea pių danaro, nč animali, nč roba, e non rimanea altro di salvo che la vita. Essere le castellarne e gli uffizi, quasi tutti in mano di mercatanti e di capitani, i quali aveano la strana pretensione di voler essi medesimi personalmente amministrar la giustizia, cosa troppo aliena dal loro mestiere; lagnavansi ancora gli stati di nuove gabelle imposte, d'abuso nel mercimonio che si faceva delle monete, di violazione de'suoi antichi privilegi, e d'altri mali. Alla maggior parte di tali domande monsignor d'Ānnebault rispose soavemente, facendo le migliori provvisioni che si po-teanoin quella necessitā.
| |
Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
|
Pagina (315/531)
|
Torino Italia Francia Imperiali Francesi
|