Storia di Torino di Luigi Cibrario
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l'amministrazione della giustizia, ostandovi in prima gli statuti medesimi che faceano differenza tra borghesi e forestieri, e tra borghesi ed ecclesiastici, i (piali ultimi per le loro immunità erano sospetti, e poco ben veduti dal comune, perchè non poteano partecipare a quella solidarietà di diritti e d'obblighi, che costituiva l'essenza del corpo comunale; ostandovi poi le provvisioni rigorose che la maggior credenza faceva alla giornata, ora contra gli ecclesiastici stessi che, non piegandosi qualche volta a pagar tasse per la difesa della patria, vi venivano obbligati col divieto fatto alla curia d'amministrar loro giustizia nelle cause in cui fossero attori; ora, quando soperchiava e invadeva gli uffici del comune una parte contro i principali della parte contraria, che per forza fatta alle leggi ed alla giustizia si bandivano e si condannavano a varie pene. Non parlo dell'ordine dato al giudice di procedere sommariamente e senza figura di giudicio in cause che concernevano gli interessi materiali del comune, nè d'altre provvisioni d'ugual natura che alteravano il solito andamento della giustizia.
Questi mali, più frequenti e più gravi finché durò 1 indipendenza, non cessarono dopoché la città ubbidì ad un principe; perchè ivi non cessò per questo anzi fu di poco diminuita l'ampiezza delle franchezze comunali, contentandosi il principe d'aver il diritto di scegliere un vicario fra i tre proposti ; di goder
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (325/531)
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