Storia di Torino di Luigi Cibrario
cu'o primo
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marzo 1459 (2), ii duca Ludovico lo trasferì di nuovo a l'orino, statuì clic vi rimarrebbe in perpetuo, e volle, clic giudicasse con suprema autorità di prefetto preIorio. Questa corte di giustizia ebbe a' tempi di Carlo il Buono il nome di Senato.
Francesco i, re di Francia, in febbraio del 1536, vi confermò la corte suprema eli giustizia col nomo e colle autorità di parlamento, ed una camera dei conti. Emmanuele Filiberto, ncll5G5, vi stabilì camera e senato.
Negli statuti del 1360, essendosi inserito il divieto al rettore ed al giudice d'impedire che un cittadino vendesse o comprasse liberamente derrate entro la città a chi e da chi voleva^ e di obbligare un cittadino o distrettuale a far prestanza di danaro o di derrate al comune od a qualunque altra persona; od a rendersi cauzione: ed essendosi inoltre tolta ad essi vicario e giudice la facoltà di proibire ai notai di ricever alti richiesti da un cittadino, eonvien dire che questi abusi, tanto contrarii alla libertà delle contrattazioni, fossero dai credendari sovente ordinati, e dai vicarii e giudici, i quali giuravano di osservar non solo gli statuti fatti, ma le riformagioni che fosse per fare il maggior consiglio, eseguite.
Hiformagioni si chiamavano generalmente in Italia le provvisioni del gran consiglio che avean forza di legge. E notisi la sapienza della parola, che accusando l'imperfezione d'ogni ordine civile, moslra
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Storia di Torino
Volume Primo
di Luigi Cibrario
Alessandro Fontana 1846
pagine 531 |
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Pagina (327/531)
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